Layout del blog

La CONVENZIONE di FARO e il COLLEZIONISMO NUMISMATICO

Franco Sardi • March 16, 2022

La CONVENZIONE di FARO e il COLLEZIONISMO NUMISMATICO

La Convenzione di Faro e i suoi auspicabili riflessi su commercio e possesso di monete secondo uno dei membri del Comitato scientifico NIP

Quella che è nota come “Convenzione di Faro” è stata firmata nel 2005, ratificata dall’Italia nel 2013 ed è entrata nella nostra legislazione solo nel settembre 2020

di Franco Sardi | La Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul valore dell’eredità culturale per la società (Convention on the Value of Cultural Heritage for Society), siglata a Faro, in Portogallo, nell’anno 2005 ma sottoscritta dall’Italia solo nel 2013, è stata ratificata nel nostro paese solo di recente, con la promulgazione della Legge 1° ottobre 2020 n. 133.

Questo tempo – eccezionalmente lungo – è dipeso, in massima parte, dalla preoccupazione di alcuni gruppi parlamentari in merito al possibile rischio che la Convenzione potesse pregiudicare la difesa di taluni valori identitari della nostra cultura nazionale.

 

La Covenzione di Faro, un’opportunità per la tutela del patrimonio

La soluzione è stata trovata anche evidenziando (nel comma 2 dell’art. 3) che “dall’applicazione della Convenzione – da realizzare mediante la salvaguardia di figure professionali coinvolte nel settore – non possano derivare limitazioni rispetto ai livelli di tutela, fruizione e valorizzazione del patrimonio culturale garantiti dalla Costituzione e dalla vigente legislazione in materia” (cfr. Annalisa Gualdani L’Italia ratifica la convenzione di Faro: quale incidenza nel diritto del patrimonio culturale italiano? in Aedon 3, 2020).

 

Dal diritto “dei” beni culturari al diritto “ai” beni culturali

Questo riconoscimento dei pregi della preesistente legislazione italiana di tutela non deve, però, farci dubitare del fatto che la Convenzione modifica radicalmente l’approccio normativo al patrimonio culturale, superando la tradizionale impostazione di un diritto dei beni culturali per introdurre quella di un diritto ai beni culturali, come ha, tra gli altri, chiarito più volte l’eminente archeologo Daniele Manacorda. Il concetto è chiaramente esplicitato già in alcune premesse della Convenzione, che sono, ormai da nove mesi, parte integrante del diritto italiano:

·        rimarcando il valore ed il potenziale del patrimonio culturale adeguatamente gestito come risorsa sia per lo sviluppo sostenibile che per la qualità della vita, in una società in costante evoluzione;

·        riconoscendo che ogni persona ha il diritto, nel rispetto dei diritti e delle libertà altrui, ad interessarsi al patrimonio culturale di propria scelta, in quanto parte del diritto di partecipare liberamente alla vita culturale, diritto custodito nella Dichiarazione universale delle Nazioni Unite dei diritti dell’uomo (1948) e garantito dal Patto Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali (1966);

·        convinti della necessità di coinvolgere ogni individuo nel processo continuo di definizione e di gestione del patrimonio culturale.


Verso un nuovo rapporto tra pubblico e privato

Questi enunciati determinano anche uno stimolo immediato alla sussidiarietà orizzontale tra sistema privato e sistema pubblico in ambito di gestione del patrimonio culturale, come recita l’articolo 4: “Le Parti riconoscono che:

1.  chiunque, individualmente o collettivamente, ha diritto a trarre beneficio dal patrimonio culturale e a contribuire al suo arricchimento;

2.  chiunque, individualmente o collettivamente, ha la responsabilità di rispettare sia il proprio che l’altrui patrimonio culturale e, di conseguenza, il patrimonio comune dell’Europa;

3.  l’esercizio del diritto al patrimonio culturale può essere soggetto soltanto a quelle limitazioni che in una società democratica sono necessarie alla protezione dell’interesse pubblico, degli altrui diritti e libertà”.

A partire da questi concetti, è stato affermato che la nuova norma è destinata a comportare una vera e propria chiamata in sussidiarietà (orizzontale), con rilevanza assegnata alle persone e di conseguenza alla comunità patrimoniale nel processo di individuazione, salvaguardia, promozione dell’eredità patrimoniale. In tal modo si è introdotto nel nostro ordinamento quello che già la Convenzione di Parigi del 2003 sui beni immateriali auspicava e cioè garantire la “partecipazione attiva dei cittadini alle politiche culturali, per l’esercizio dei diritti individuali connessi allo sviluppo del patrimonio culturale e per la promozione della diversità culturale”.

Così come un altro aspetto fondamentale, destinato a riverberarsi nelle politiche culturali del nostro Paese, è l’impegno, richiesto dalla Convenzione agli Stati firmatari di compiere ogni sforzo “per accrescere la consapevolezza del potenziale economico del patrimonio culturale e utilizzarlo”.

 

Il patrimonio culturale come diritto, risorsa, fattore di sviluppo economico

Si recepisce dunque, per via normativa, quella convinzione che da tempo sta occupando il dibattito scientifico e che considera il patrimonio culturale (quindi anche la numismatica) come risorsa, come fattore di investimento e di sviluppo economico.

Il principio dell’azione sussidiaria contenuto nell’ultimo comma dell’art. 118 della Costituzione (sussidiarietà orizzontale) trova così con la Legge 133 una forte affermazione proprio nell’ambito del patrimonio culturale. Si tratta di un approccio fortemente innovativo, volto ad assicurare la fattiva collaborazione tra pubblico e privato per assolvere funzioni socialmente rilevanti, laddove gli organi della pubblica amministrazione non siano sufficienti. Visto che per l’ambito dei servizi alla persona si è già pronunciata la Corte Costituzionale, con la sentenza 131/2020, quanto enunciato deve far riflettere Governo, numismatici professionisti e collezionisti che anche l’accesso e la valorizzazione del patrimonio numismatico potranno crescere in qualità grazie al coinvolgimento dei privati interessati, a condizione che si riconoscano i loro diritti di cittadini legittimi possessori di un importante segmento del patrimonio nazionale.

 

Il collezionismo e il commercio consapevoli, un elemento positivo

Infatti, come ci ricorda il sito istituzionale dei Numismatici italiani professionisti, del cui Comitato scientifico faccio parte, “quello numismatico è senza dubbio una delle forme più antiche di collezionismo e collezionare monete significa raccogliere preziosi documenti della storia dell’uomo e della sua arte, stimolare la propria voglia di sapere, viaggiando nello spazio e nel tempo”, la Convenzione di Faro e la Legge 133/2020 consentono di impostare una pressione pubblica, costruttiva e alla luce del sole, per ottenere il riconoscimento esplicito del ruolo positivo svolto dai numismatici a favore di questo importante patrimonio culturale.

L’insieme di collezionisti e professionisti può proprio costituire quella che la lettera b) del comma 1 dell’articolo 2 della Convenzione definisce una comunità patrimoniale come “un soggetto costituito da persone che attribuiscono valore ad aspetti specifici del patrimonio culturale, che essi desiderano, nel quadro dell’azione pubblica, mantenere e trasmettere alle generazioni future”.

 

Il riconoscimento del collezionismo e del commercio consapevoli
 

Ben prima dell’entrata in vigore della Legge 133/2020, l’associazione dei Numismatici italiani professionisti ha indirizzato le proprie linee di azione e i rapporrti con le istituzioni nell’ottica di una “risposta naturale all’evoluzione contemporanea di un universo umano che raccoglie e protegge con passione decine di migliaia di monete e medaglie, le ordina e le descrive per dare vita a collezioni rigorose”.

Del resto, la stessa Convenzione (UNESCO) per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale del 2003 (recepita dall’Italia con la Legge 27 settembre 2007, n. 167) auspicava che il nostro ordinamento deve favorire al massimo la partecipazione attiva dei cittadini alle politiche culturali, coinvolgendoli “attivamente nella gestione” di quel patrimonio.

Tutto ciò può solo far concludere che la valorizzazione del patrimonio numismatico italiano passa per un riconoscimento pubblico dell’apporto del collezionismo consapevole, di qualità e di tutti gli operatori che nel settore sono coinvolti.

Condividi con i tuoi contatti

By Luca Alagna per We Wealth October 11, 2024
Basta recuperare in un cassetto una vecchia lira per gridare all’errore di conio, e di conseguenza al valore “inestimabile” di una moneta della nonna. Ma non è così. In questo articolo, il nostro contributor Luca Alagna, già presidente dei Numismatici professionisti italiani, mette in guardia dai facili sensazionalismi.
By Cronaca Numismatica October 11, 2024
a cura della redazione | Lo studio numismatico di Luca Alagna e Libra media & services insieme per una guida divulgativa alle monete di Cagliari dal XIV al XIX secolo
By Roberto Ganganelli per Cronaca Numismatica March 26, 2024
È scomparso pochi giorni or sono il professor Omero Pinna. Orgogliosamente sardo, classe 1930, era da qualche anno socio onorario dell’Accademia italiana di studi numismatici di cui faceva parte fin da poco dopo la fondazione del sodalizio nel 1996.
By Luca Alagna per We Wealth March 26, 2024
Nello scorso articolo vi avevamo promesso un viaggio a ritroso nel tempo nella storia delle emissioni cartacee in lire. Il nostro viaggio è iniziato analizzando le ultime banconote emesse prima dell’entrata in circolazione dell’euro. Ecco ora una riflessione sulle emissioni dei decenni precedenti e in particolare quelle degli anni 80/90
By ALAGNA NUMISMATICA S.R.L. October 31, 2023
Il Presidente NIP Luca Alagna presso gli Stati Generali della Numismatica Istituzioni, professionisti, mondo della ricerca e associazioni agli Stati Generali della Numismatica: un primo e fondamentale tavolo di confronto di Roberto Ganganelli Si sono svolti a Roma nella giornata del 17 febbraio, presso la biblioteca del Senato, gli Stati generali della numismatica, convegno promosso dal senatore Bruno Astorre sia per celebrare la figura di Nicolò Papadopoli Aldobrandini – senatore del Regno ed eminente collezionista e studioso – nel centenario della morte che, soprattutto, come necessario momento di confronto fra istituzioni e mondo della numismatica (università, associazioni, professionisti e collezionisti). Un evento articolato e di alto livello, gli Stati generali della numismatica, impossibile da riassumere in poche righe sia per il numero che per il livello delle relazioni, molte di ambito giuridico, che è stato possibile seguire. Ma avremo modo nei prossimi giorni, dando voce ad alcuni dei protagonisti, di approfondire aspetti fondamentali. Orientamenti in giurisprudenza, prassi viziate, nodi da sciogliere Sul tavolo degli Stati generali una serie di questioni di scottante attualità, dagli orientamenti giurisprudenziali in materia di beni numismatici alle prassi della pubblica amministrazione nel rapporto con i privati e il mercato – prassi spesso viziate da una visione statalista – fino alle normative in fase di discussione e, ovviamente, alle proposte di modifica alle leggi esistenti in modo da poter garantire alla numismatica, gestita in modo etico e responsabile, diritto non solo di esistenza ma anche di sviluppo e di sinergia con lo Stato. Sì, perché uno dei concetti emersi è stato anche – a seguito della ratifica da parte dell’Italia della Convenzione di Faro – quel fondamentale passaggio evolutivo dal tradizionale diritto “dei” beni culturali ad un innovativo diritto “ai” beni culturali, in questo caso i beni numismatici, visto nell’ottica della comunità nazionale e dei singoli, dei privati come dei professionisti, come soggetti attivi di tutela. Sala gremita, nei limiti delle normative sanitarie, alla Biblioteca del Senato presso il Palazzo della Minerva a Roma: sul palco si sono alternati oratori istituzionali e privati, professionisti e giuristi Un diritto inalienabile, quello al collezionismo e al commercio di monete, né in nome di una strampalata presunzione di provenienza dal sottosuolo di tutte le monete antiche e medievali – per gran parte, solo passate di mano in mano e sul mercato per secoli – né in nome di quel 1909 ante quem si vorrebbe rendere obbligatorio dimostrare la provenienza di ciò che, invece, è semplicemente stato conservato in patrimoni e raccolte private. I collezionisti e il commercio etico: soggetti attivi di tutela Illuminante, in merito al concetto di “interesse pubblico” per le cose numismatiche, è stato il parere del presidente della Prima Sezione della Corte di Cassazione, il giudice Francesco Antonio Genovese, che ha sottolineato come alle due categorie canoniche – le monete “di proprietà pubblica” e quelle private “oggetto di tutela” – sia ormai necessario codificarne una terza, quella delle monete, antiche o moderne che siano, e sono la maggioranza, “prive di qualità di interesse per la pubblica amministrazione”. Dal giudice Francesco Antonio Genovese, presidente della I Sezione della Corte di Cassazione, è venuta una riflessione sulla necessità di ripensare in senso meno statalista i criteri di tutela dei beni numismatici Anche perché, paradossalmente, le azioni dello Stato contro il mercato e il collezionismo ufficiali – che si manifesta in sequestri, ritardi o dinieghi nei certificati di esportazione, dichiarazioni di supposto “pregio” e/o “rarità” per singoli esemplari o intere raccolte – non deriva dal Testo unico dei Beni culturali né da leggi preesistenti e non abrogate bensì, in massima parte, da mere circolari ministeriali che sarebbe bene riscrivere, e in tempi brevi. I Numismatici italiani professionisti, le associazioni professionali internazionali AINP e FENAP, la Società numismatica italiana, l’Accademia italiana di studi numismatici hanno portato le loro voci per testimoniare in Senato, al tempo stesso, la molteplicità e l’unità d’intenti del mondo numismatico, senza contare i tanti, qualificati docenti universitari che hanno mostrato come l’esistenza del collezionismo e del mercato siano fondamentali anche per lo sviluppo della ricerca scientifica (quanto e talvolta più delle raccolte statali, in parte non catalogate nè pubblicate). La passione numismatica, un pilastro del patrimonio pubblico La presenza delle istituzioni è stata del resto anche occasione per ribadire il fondamentale contributo culturale di una plurisecolare tradizione di collezionismo e commercio di monete che tanto ha inciso anche sulla formazione del patrimonio pubblico (anche qui, con le sue monete di Venezia donate al Museo Correr, Papadopoli Aldobrandini insegna). E se lo Stato oggi non dispone – per varie ragioni e facendo le dovute eccezioni – di personale sufficiente o adeguatamente qualificato per discriminare i beni numismatici meritevoli di tutela dai milioni di monete antiche e moderne che circolano legittimamente sul mercato e nelle collezioni, allora che si avvalga della disponibilità di numismatici professionisti ed esperti privati. Una simile pratica, che si potrebbe proporre al Nucleo TPC dei Carabinieri, sarebbe un modo per creare una nuova ed efficace sinergia pubblico-privato; come lo sarebbe individuare – e anche in questo, basterebbero delle circolari ministeriali – delle categorie di materiali numismatici di libera circolazione. E altre proposte non mancano, perchè il collezionismo è imprescindibile per la tutela dei beni numismatici. Gli Stati generali della numismatica sono stati occasione di celebrare un secolo dalla scomparsa di Nicolò Papadopoli Aldobrandini, senatore del Regno, collezionista di monete e studioso di fama Per il futuro di un bene culturale “personale e collettivo” Perché mettere all’angolo in Italia il collezionismo e il commercio numismatico – si intende, quella numismatica praticata da privati e operatori come genuina, etica passione o come altrettanto legale professione – porterebbe ad un effetto nefasto, disastroso, diametralmente opposto a qualunque “tutela”, favorendo una diffusa circolazione illegale e sommersa delle monete (anche sotto il profilo fiscale) , il loro esodo verso l’estero; la distruzione, in sostanza, di quel “bene culturale” diffuso, materiale e immateriale, personale collettivo che è la numismatica. Gli atti degli Stati generali della numismatica saranno redatti entro breve ed è auspicabile che i contenuti siano recepiti in toto e valutati con attenzione dal Ministero della Cultura. E, al ministro Dario Franceschini, la numismatica italiana fa appello affinché il confronto avviato il 17 febbraio 2022 prosegua e porti a quel rasserenamento dei rapporti tra istituzioni e settore privato che, per la numismatica, ormai è ineludibile. LINK: https://www.cronacanumismatica.com/stati-generali-della-numismatica-voce-al-diritto-voce-al-collezionismo/
By Luca Alagna per We Wealth July 11, 2023
La coniatura delle monete in metallo prezioso è sempre stata indice di ricchezza, potere e stabilità. In piena era digitale, l’oro è ancora riconosciuto come bene rifugio per eccellenza. Ai fini dell’investimento, è meglio scegliere quelle con valore numismatico e quelle con valore di borsa? Qual è la differenza?
By Luca Alagna per We-Wealth January 12, 2023
La moneta da 500 lire in argento, detta Caravelle, è sicuramente una moneta iconica della repubblica italiana
By Luca Alagna per Cronaca Numismatica November 3, 2022
Moreno Morello, inviato del tg satirico Striscia la notizia, smaschera un’altra truffa avente per oggetto monete in oro da investimento di dubbia autenticità.
By Luca Alagna per We-Wealth October 31, 2022
Non solo vecchie monete: nelle case degli italiani spesso si trovano ancora banconote delle vecchie lire. Che valore possono avere?
By Luca Alagna per We-Wealth August 2, 2022
Sono ormai trascorsi 20 anni dall'introduzione dell'euro nella nostra vita quotidiana e spesso capita di ritrovarsi in casa vecchie monetine ormai fuori dal corso legale. Possono essere un tesoro? Dipende. Qui una piccola guida per scoprirlo
More Posts
Share by: