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Qualità nella certificazione “Qualità nella certificazione: non solo slab”

Luca Alagna • March 16, 2022

IL PUNTO DI VISTA DELLA NIP




Il testo di questo articolo rappresenta quanto esposto nel corso della tavola rotonda organizzata a Roma lo scorso 16 Settembre dal Circolo Numismatico Romano - Laziale e dalla Numismatica Moruzzi sul tema “Numismatica & slab, una moda o il futuro?” e presenta il punto di vista, sul tema delle certificazioni e degli strumenti tecnici ad esse collegati, dei Numismatici Italiani Professionisti. L’attività dell’Associazione, infatti, si è sempre rivolta con attenzione al monitoraggio delle certificazioni, mettendo in evidenza come vi sia una grande varietà di metodologie che vengono utilizzate nella compilazione della stesse. Il problema maggiore lo si riscontra nell’interpretazione (discrezionalità) dellostato di conservazione, se non addirittura nella totale mancanza dello stesso (certificati senza indicazione della conservazione, ma solo dell’autenticità).


Prima di condividere quale è stata la strada segnata dalla NIP sul tema della certificazioni, faccio una piccola considerazione sulla situazione attuale dei periti in Italia. Il Ruolo dei Periti e degli Esperti oggi, ha funzioni di pubblicità conoscitiva, ossia fa conoscere le persone ritenute idonee ad effettuare perizie in determinate categorie merceologiche, senza attribuire alcuna qualificazione esclusiva. Nello specifico, l’iscrizione nel citato ruolo della CCIAA non è abilitante (nel senso che l’attività di perito ed esperto può essere esercitata da chiunque, essendo attività libera) ma serve quale “referenza” nell’espletamento dell’attività in quanto dimostra e garantisce la preparazione e la competenza del perito e dell’esperto nelle materie oggetto dell’iscrizione.


Tale attività si concretizza generalmente nel fornire una prestazione d’opera non intellettuale, disciplinata dall’art. 2222 e seguenti del Codice Civile. L’attività consiste nell’assistenza tecnica in quelle attività o settori per i quali sia richiesta una particolare competenza specifica. Gli iscritti nel ruolo esplicano funzioni di carattere prevalentemente pratico, con esclusione di quelle attività professionali per le quali esistono albi, ruoli oppure ordini professionali regolati da apposite disposizioni.


E’ fondamentale poi evidenziare la netta distinzione fra il Ruolo dei Periti e degli Esperti dei cosiddetti “Periti di Tribunale”; quest’ultimo, infatti, è disciplinato dal R. D. 18. 12. 1941 n. 1368 (“Disposizioni per l’attuazione del Codice di Procedura Civile”), la denominazione esatta è “Albo dei Consulenti Tecnici del Giudice” e raccoglie i nominativi di coloro che, forniti di speciale competenza tecnica in una determinata materia, possono esercitare le funzioni di consulenza per il Tribunale. L’iscrizione in uno di detti albi non preclude l’iscrizione all’altro, anzi, l’iscrizione nel Ruolo dei Periti e degli Esperti della CCIAA può essere considerata titolo valido per l’iscrizione all’Albo dei Consulenti Tecnici del Giudice.


La Camera di Commercio forma il Ruolo dei Periti e degli Esperti della relativa provincia, articolato in un elenco di categorie e sub-categorie comprendenti funzioni, merci e manufatti, in relazione alle singole attività economiche di produzione e di servizi che si svolgono sul territorio provinciale, approvate poi dal Ministero dello Sviluppo Economico. In conclusione vediamo che, essendo il ruolo del merito, un ruolo aperto a chiunque, questo fatto genera una certa “confezione professionale” che inevitabilmente si riversa sulla qualità delle certificazioni.


La NIP è stata riconosciuta dal Ministero dello Sviluppo Economico secondo quanto previsto dalla legge n. 4/2013 (grazie anche al fondamentale supporto del COLAP). Noi, come associazione abbiamo intrapreso e condotto a termine questo percorso perché ci siamo resi conto di quanto fosse importante e indispensabile fare un passo verso i cittadini-utenti (in termini di qualità e servizi). Con questa legge sono stati stabiliti importanti abiettavi di carattere giuridico, economico e sociale. La legge infatti si inserisce in un quadro di norme a tutela dell’utenza e si propone di far questo attraverso alcuni strumenti: valorizzare la trasparenza, la competenza e la qualità del professionista al fine di coadiuvare il cittadino.utente nella scelta consapevole; responsabilizzare ed affidare alle associazioni il ruolo di garanti e promotori di tale qualità e competenza.


Il sistema proposto dal MISE i fonda sulle eccellenze introducendo un sistema competitivo basato non solo sul “miglior prezzo”, ma soprattutto sul merito e sulle competenze del professionista (rafforza ed esige, infatti, competenze professionali e non commerciali). Alla luce di questo la NIP muovendo affinché i propri associati seguano con rigore le basilari norme per effettuare certificazioni chiare e il più possibile uniformi, tanto è vero che stiamo provvedendo alla definizione di circolari che definiscano il contenuto minimo che tutte le certificazioni dovranno avere.


Inoltre riconosce iuta l’esigenza di dare una giusta collocazione, in un mercato professionale e professionalizzante fortemente caratterizzato dal dinamismo delle modalità di costruzione e acquisizione della conoscenza (forse anche, talvolta, da un po’ di confusione) la NIP ha creato nel 2011, al proprio interno, un Albo peritale che è stato denominato ANPE; a seguito del riconoscimento da parte del MISE è divenuto RENNPE (Registro Nazionale NIP Periti Esperti). Il prossimo obiettivo che la NIP si è posta è quello di subordinare l’acquisizione del titolo di Perito Numismatico presso CCIAA e tribunali, all’iscrizione in albo professionale, così come avviene per altre categorie (avvocati, ingegneri, medici, commercialisti).


Inutile sottolineare che, prima di affrontare il tema delle certificazioni di qualità, la NIP ha dovuto affrontare un percorso interno di qualità che ci ha visto impegnai nella definizione di un apposito Regolamento. Quando abbiamo redatto la prima versione, abbiamo stabilito in un’apposita riunione a cui hanno partecipato tutti gli iscritti all’Albo che, come scritto nel sito NIP: “Le certificazioni effettuate per le monete antiche e predecimali vengono effettuate tramite apposito schede, esclusivamente fornite dalla NIP con l’ologramma di garanzia prestampato, sulle quali è apposta la descrizione della moneta, del suo stato di conservazione, di eventuali difetti visibili o occulti, della bibliografia, della fotografia, della dichiarazione di utenticità e, nel caso di vendita dell’esemplare da parte del perito, di dichiarazione di provenienza. Le certificazioni per le monete decimali vengono effettuate tramite la tradizionale sigillatura in bustina che deve comunque obbligatoriamente possedere la dichiarazione di autenticità, la precisa indicazione della conservazione, i riferimenti bibliografici e l’apposito ologramma di garanzia sul retro del cartellino. Nell’area riservata del sito NIP, è visibile la scheda con le indicazioni per gli stati di conservazione e vari esempi fotografici delle stesse”.


Questa strada, speriamo e crediamo possa portare ad un miglioramento in termini di uniformità e quindi di qualità all’interno dei Numismatici Italiani Professionisti e magari - perché no - una condivisione di principi e metodologie anche al di fuori della NIP. Condivido la richiesta e l’esigenza di regole certe a garanzia del cittadino-utente. Certamente il cammino è lungo, ma abbiamo gli strumenti per garantire trasparenza e qualità, usando e migliorando quanto abbiamo fatto, sicuramente indispensabile perché si possa realizzare concretamente un vero e proprio cambiamento culturale nel settore numismatico. È innegabile, infatti, che di questo si tratta, affinché ci sia la massima collaborazione tra professionisti e collezionisti dell’ambito, ovviamente, di un quadro normativo che ci si auspica sempre più sensibile ed attento a questi aspetti.

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Ma avremo modo nei prossimi giorni, dando voce ad alcuni dei protagonisti, di approfondire aspetti fondamentali. Orientamenti in giurisprudenza, prassi viziate, nodi da sciogliere Sul tavolo degli Stati generali una serie di questioni di scottante attualità, dagli orientamenti giurisprudenziali in materia di beni numismatici alle prassi della pubblica amministrazione nel rapporto con i privati e il mercato – prassi spesso viziate da una visione statalista – fino alle normative in fase di discussione e, ovviamente, alle proposte di modifica alle leggi esistenti in modo da poter garantire alla numismatica, gestita in modo etico e responsabile, diritto non solo di esistenza ma anche di sviluppo e di sinergia con lo Stato. Sì, perché uno dei concetti emersi è stato anche – a seguito della ratifica da parte dell’Italia della Convenzione di Faro – quel fondamentale passaggio evolutivo dal tradizionale diritto “dei” beni culturali ad un innovativo diritto “ai” beni culturali, in questo caso i beni numismatici, visto nell’ottica della comunità nazionale e dei singoli, dei privati come dei professionisti, come soggetti attivi di tutela. Sala gremita, nei limiti delle normative sanitarie, alla Biblioteca del Senato presso il Palazzo della Minerva a Roma: sul palco si sono alternati oratori istituzionali e privati, professionisti e giuristi Un diritto inalienabile, quello al collezionismo e al commercio di monete, né in nome di una strampalata presunzione di provenienza dal sottosuolo di tutte le monete antiche e medievali – per gran parte, solo passate di mano in mano e sul mercato per secoli – né in nome di quel 1909 ante quem si vorrebbe rendere obbligatorio dimostrare la provenienza di ciò che, invece, è semplicemente stato conservato in patrimoni e raccolte private. I collezionisti e il commercio etico: soggetti attivi di tutela Illuminante, in merito al concetto di “interesse pubblico” per le cose numismatiche, è stato il parere del presidente della Prima Sezione della Corte di Cassazione, il giudice Francesco Antonio Genovese, che ha sottolineato come alle due categorie canoniche – le monete “di proprietà pubblica” e quelle private “oggetto di tutela” – sia ormai necessario codificarne una terza, quella delle monete, antiche o moderne che siano, e sono la maggioranza, “prive di qualità di interesse per la pubblica amministrazione”. Dal giudice Francesco Antonio Genovese, presidente della I Sezione della Corte di Cassazione, è venuta una riflessione sulla necessità di ripensare in senso meno statalista i criteri di tutela dei beni numismatici Anche perché, paradossalmente, le azioni dello Stato contro il mercato e il collezionismo ufficiali – che si manifesta in sequestri, ritardi o dinieghi nei certificati di esportazione, dichiarazioni di supposto “pregio” e/o “rarità” per singoli esemplari o intere raccolte – non deriva dal Testo unico dei Beni culturali né da leggi preesistenti e non abrogate bensì, in massima parte, da mere circolari ministeriali che sarebbe bene riscrivere, e in tempi brevi. I Numismatici italiani professionisti, le associazioni professionali internazionali AINP e FENAP, la Società numismatica italiana, l’Accademia italiana di studi numismatici hanno portato le loro voci per testimoniare in Senato, al tempo stesso, la molteplicità e l’unità d’intenti del mondo numismatico, senza contare i tanti, qualificati docenti universitari che hanno mostrato come l’esistenza del collezionismo e del mercato siano fondamentali anche per lo sviluppo della ricerca scientifica (quanto e talvolta più delle raccolte statali, in parte non catalogate nè pubblicate). La passione numismatica, un pilastro del patrimonio pubblico La presenza delle istituzioni è stata del resto anche occasione per ribadire il fondamentale contributo culturale di una plurisecolare tradizione di collezionismo e commercio di monete che tanto ha inciso anche sulla formazione del patrimonio pubblico (anche qui, con le sue monete di Venezia donate al Museo Correr, Papadopoli Aldobrandini insegna). E se lo Stato oggi non dispone – per varie ragioni e facendo le dovute eccezioni – di personale sufficiente o adeguatamente qualificato per discriminare i beni numismatici meritevoli di tutela dai milioni di monete antiche e moderne che circolano legittimamente sul mercato e nelle collezioni, allora che si avvalga della disponibilità di numismatici professionisti ed esperti privati. Una simile pratica, che si potrebbe proporre al Nucleo TPC dei Carabinieri, sarebbe un modo per creare una nuova ed efficace sinergia pubblico-privato; come lo sarebbe individuare – e anche in questo, basterebbero delle circolari ministeriali – delle categorie di materiali numismatici di libera circolazione. E altre proposte non mancano, perchè il collezionismo è imprescindibile per la tutela dei beni numismatici. Gli Stati generali della numismatica sono stati occasione di celebrare un secolo dalla scomparsa di Nicolò Papadopoli Aldobrandini, senatore del Regno, collezionista di monete e studioso di fama Per il futuro di un bene culturale “personale e collettivo” Perché mettere all’angolo in Italia il collezionismo e il commercio numismatico – si intende, quella numismatica praticata da privati e operatori come genuina, etica passione o come altrettanto legale professione – porterebbe ad un effetto nefasto, disastroso, diametralmente opposto a qualunque “tutela”, favorendo una diffusa circolazione illegale e sommersa delle monete (anche sotto il profilo fiscale) , il loro esodo verso l’estero; la distruzione, in sostanza, di quel “bene culturale” diffuso, materiale e immateriale, personale collettivo che è la numismatica. Gli atti degli Stati generali della numismatica saranno redatti entro breve ed è auspicabile che i contenuti siano recepiti in toto e valutati con attenzione dal Ministero della Cultura. E, al ministro Dario Franceschini, la numismatica italiana fa appello affinché il confronto avviato il 17 febbraio 2022 prosegua e porti a quel rasserenamento dei rapporti tra istituzioni e settore privato che, per la numismatica, ormai è ineludibile. LINK: https://www.cronacanumismatica.com/stati-generali-della-numismatica-voce-al-diritto-voce-al-collezionismo/
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